giovedì 11 marzo 2010


“L’associazione Pinkstinks ha avviato in occasione del Natale una campagna anti pinkification, ovvero anti “rosizzazione”, che prevede il boicottaggio di tutti i prodotti rosa – giochi, abiti, libri – destinati a bambine e ragazze.

Un colore che, secondo l’associazione, andrebbe aldilà del suo valore cromatico e negli anni si sarebbe caricato di uno stereotipo di genere nocivo al sesso femminile.

A sostenere questa campagna è scesa in campo anche Bridget Prentice, sottosegretario alla giustizia inglese, spiegando che “non bisogna incanalare le ragazze nella cultura del bello ma dare loro aspirazioni, stimolarle a realizzare il loro potenziale senza ricadere nei vecchi modelli”.

Generazioni di fanciulle cresciute in camerette rosa, vestite con abiti confetto, divertite con bambole pastello, che hanno sognato almeno una volta di aspettare in un fiabesco vestitone rosa un principe – naturalmente azzurro – si sono schierate contro la campagna aprendo un dibattito nazionale sulla cultura del rosa.

Io non sono una principessa“, con questo motto l’associazione Pinkstinks formata dalle sorelle Abi Moore, ex giornalista della Cnn, e Emma Moore, amministratrice di una società di assistenza all’infanzia, ha dato il via alla “guerra” al rosa.

Dedicato a genitori ed educatori, il progetto cerca supporto, promuove il dibattito e infine anche la mobilitazione al fine di influenzare il mercato e i media sull’importanza di nuovi modelli di genere da somministrare alle ragazze”.

Questo il blog di riferimento: pinkstinks.wordpress.com

Credo che una campagna simile sarebbe utile anche in Italia, forse non puntando sul rosa visto che, sopratutto di questi tempi, l’immagine femminile dominante è spesso in calze nere…

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